Si è tornato a parlare prepotentemente delle questione del caporalato, di cui ormai si dibatte da anni ma che nessuno sembra in grado di risolvere. Un problema che andrebbe trattato con la massima urgenza, che continua a mietere una vittima dopo l’altra e che sembra più che noto alle forze dell’ordine. Eppure, anche quest’estate si è tornato a parlare del caporalato solo quando le tragedie si sono consumate: era inevitabile affrontare il problema dopo gli incidenti nel foggiano. Diversi gli immigrati che hanno perso la vita a bordo di camioncini in cui venivano stipati come bestie. Diverse le persone sconcertate, ma diciamoci la verità: c’è ben poco da stupirsi! Siamo di fronte all’ennesima tragedia estiva, che si ripete ogni anno e anche se le dinamiche possono cambiare leggermente l’epilogo è sempre lo stesso: immigrati sottopagati e sfruttati, privi di alcuni diritto e di un briciolo di dignità che muoiono come bestie.
Si è parlato a lungo in questi giorni del caporalato in Puglia perchè è qui che si sono verificati gli incidenti ripresi da tutti i media nazionali. Tuttavia, questa non è certo l’unica regione in cui è presente questo problema: anche la provincia di Ancona deve fare i conti con il caporalato e a sottolinearlo è stata proprio la Coldiretti.
La denuncia della Coldiretti di Ancona
Ancona sembra lontana, quasi fosse rimasta fuori da questo problema eppure non è affatto così. In tutta la provincia il caporalato è una questione da risolvere, che continua ad esistere e sopravvivere, alimentata da noi consumatori. Questa la denuncia della Coldiretti, che sottolinea come sia necessario un intervento mirato ed efficace contro queste forme di sfruttamento. Nei campi non possiamo vedere giovani ragazzi terrorizzati, che pur di guadagnare qualche misero spicciolo rinunciano alla propria dignità. Ancona non si può tirare fuori da questa terribile storia, e sono i fatti che lo dimostrano. Il problema del caporalato è molto più ampio e diffuso di quello che la gente pensa: se i media parlano della Puglia, questo non esclude certo che le altre regioni italiane siano libere da questo fardello da risolvere!
Nella zona appena l’anno scorso è stato arrestato un caporale che sfruttava gli extracomunitari nelle campagne della Vallesina, due imprenditori agricoli sono stati denunciati e chissà quanti altri casi non sono stati sventati dalle forze dell’ordine! La Puglia non è l’unica regione a dover fare i conti con questa situazione allarmante e prima che ci caschi il morto anche ad Ancona sarebbe il caso di intervenire!
Naturalmente il discorso è molto complesso: dovrebbero essere i consumatori i primi a porsi il problema, a rinunciare ai prodotti agricoli venduti a prezzi eccessivamente bassi anche se la tentazione è molta. Dobbiamo però pensare, ricorda Coldiretti, che dietro a questo o quel prodotto a prezzo stracciato potrebbe esserci il lavoro sfruttato di un ragazzo che non ha alternative. Ma soprattutto, potrebbe esserci il guadagno di un caporale che meriterebbe di essere messo in carcere e di certo non avrebbe il diritto di arricchirsi alle spalle di tutti.